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Carnevale, festa pagana di antichissime origini, si rifà probabilmente alle feste ellenistiche e ateniesi che si svolgevano rispettivamente, una in onore di Iside agli inizi di marzo e l’altra in onore di Dionisio a fine febbraio. Celebrata nella settimana che precede l’inizio della Quaresima, il termine ha origine da quello latino “Carnem Levare”, cioè al divieto ecclesiastico di consumare carne durante il periodo quaresimale. E’ la festa sinonimo di divertimento, allegria, travestimento, sfarzo, nata dal sentimento di evasione nei confronti del periodo di penitenza e digiuno che ad essa segue; con la maschera ricorrente, dell’omaccione che sfila sul carro funebre, simboleggia anche la fine dell’anno passato che morendo porta via tutti i mali. In tutto il mondo, le strade delle città diventano teatro di manifestazioni ed eventi, sfilate di carri allegorici e maschere, coriandoli e stelle filanti, che raggiungono l’apice della trasgressività il martedì grasso. Pulcinella, Balanzone, Pantalone, Arlecchino, Brighella, queste le maschere italiane più note del carnevale. In Sicilia, le cui origini del carnevale risalgono al 1600, le maschere più caratteristiche sono quelle dei Jardinara (giardinieri) e dei Varca note soprattutto nella provincia di Palermo, quelle dei briganti e quella del cavallacciu note soprattutto nel catanese. Altre maschere, parodia ai maggiori esponenti delle classi sociali cittadine, sono le rappresentazioni dei “Dutturi”, dei “Baruni” e degli “Abbati” e ancora, la vecchia maschera della “Vecchia di li fusa” presente anticamente nella Contea di Modica, simbolo della morte del carnevale.