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Nel luogo dove sorge la Chiesa di Santa Caterina, intorno al sec. XIV e XV, si suppone sorgesse un reclusorio di donne, da non intendere, però, né come monastero né come convento.
La cosiddetta «cupola di S. Caterina», oggi demolita, era la torre del campanile del reclusorio.
La Chiesa, menzionata dalle fonti storiche già dal 1549, intitolata a Santa Caterina DAlessandria, presenta un’unica navata con cappelle laterali, arricchite da stucchi e affreschi dovuti al rifacimento settecentesco. La volta, infatti, appare ripartita da eleganti cornici in stucco che formano riquadri con affreschi raffiguranti due episodi biblici tratti dal libro dei Maccabei e piccole lunette con ritratti di Profeti. Lautore degli affreschi è, molto probabilmente, lo stesso Giuseppe Testa, allievo di Vito DAnna, che, alla fine del 700, eseguì il ciclo pittorico della Chiesa Madre del paese. Dello stesso autore e datata 1795, la tela dellaltare maggiore. Di particolare interesse artistico è anche la tela raffigurante il Martirio di Santa Caterina, che si trova a sinistra della navata, attribuita a Antonino Manno, pittore di formazione accademico-romana, tra i più richiesti della committenza siciliana del 700.
Annesso alla Chiesa è il Collegio di Maria, dal severo prospetto neoclassico, costruito alla fine del 700 per volere di Giuseppe Pecoraio, ricco borghese locale, allo scopo di fornire listruzione alle fanciulle del paese. Ledificio oggi sede delle suore “collegine”, conserva ancora integro il piccolo chiostro, caratterizzato da un loggiato sormontato da archi a tutto sesto e lì troviamo una pregevole statua marmorea di Santa Caterina, di autore ignoto, che si rifà alla scuola gaginiana.