Cappella Palatina- Sito Unesco – Aperta al pubblico

cappella palatina di mario dragotto

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All’interno del Palazzo Reale si nasconde un gioiello sorprendente: la Cappella Palatina.  Incoronata lo scorso 2016 dal britannico Daily Telegrapfh come chiesa più bella d’Italia la chiesa si è classificata 14esima nella classifica delle 23 chiese più belle al mondo.

Costruita in cima alla originaria cappella, designata successivamente come sua cripta, e all’originario dongione la Cappella Palatina, luogo di culto per la famiglia reale, venne dedicata a San Pietro Apostolo. La Chiesa, consacrata la Domenica delle Palme del 28 aprile 1140, rappresenta la più grande espressione di sincretismo culturale: gli stili islamico, bizantino e latino coesistono, facendo di questo luogo l’esempio più raffinato di Arte Mediterranea della Sicilia normanna. La Cappella è uno dei monumenti medievali meglio conservati: come testimoniano la decorazione di marmo nell’opus sectile, mosaico con tessere di marmo, dei pavimenti e delle pareti, i mosaici bizantini del presbiterio e delle navate, i dipinti islamici dei muqarnas, ( volte a forme di alveoli: soluzione decorativa tipica dell’architettura islamica), l’antica configurazione del suo interno e la piccola cupola della navata centrale. Gli squisiti mosaici che rappresentano figure bibliche, come pure forme geometriche, animali, danzatori e scene di vita in una corte islamica testimoniano l’apertura mentale e la multietnicità della corte dell’epoca.

 

“La figura dominante in tutta la Cappella è il Cristo Pantocratore, l’Onnipotente, che come detentore della doppia natura divina e umana indossa la tunica oro, colore della divinità, e il manto blu, simbolo dell’umanità. Con Cristo la divinità si è rivestita di umanità. Con la mano destra, secondo alcuni teorici, benedice, mentre secondo altri intima il silenzio con il caratteristico gesto bizantino ( pollice e anulare uniti).  Con la mano sinistra regge il libro di Gv aperto sulla pagina 8,12 dove si legge, in greco e in latino: ” Io sono la luce del mondo, chi segue me non cammina nelle tenebre ma avrà la luce della vita”.”( Fonti: diocesipacattedraledicefalù

 

Ph Mario Dragotto

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La Cappella Palatina conserva un tesoro impareggiabile di documenti e manufatti legati alla meravigliosa storia della Sicilia.

Il tesoro conta innanzitutto svariate pergamene di grande valore storico risalenti ad un periodo compreso tra l’XI e il XV secolo e un insieme di cofanetti realizzati tra il V e il XV secolo.

La “pergamena purpurea” del 1140, con caratteri in oro che narra della fondazione della Cappella Palatina per opera del Re Ruggero II può essere considerata il fiore all’’occhiello della collezione e poi un’altra importante pergamena che riporta la concessione del titolo di “protonobilissimo” a Cristodulo Ammiraglio dei Re normanni.

La collezione dei 15 cofanetti è oltremodo rara per le svariate tipologie, i costosi e pregiati materiali e l’’eleganza delle decorazioni.

Sorprendono, per la preziosità dei materiali utilizzati e per l’ impareggiabile maestrìa dei realizzatori, gli ori e gli argenti liturgici; tra questi il preziosissimo reliquiario dei santi Pietro e Paolo attribuito a Giacinto Omodei e datato 1691, il piatto da parata con Orfeo della prima meta del settecento, i tabernacoli e in particolare il tabernacolo per la Riposizione del “giovedì santo” in argento attribuito all’argentiere Giuseppe Ferro e eseguito su disegno di Pietro Novelli nel 1644.

Pregevolissime le stoffe e i ricami dei paramenti e dei damaschi una volta indossati da un clero ricercato e pretenzioso che teneva in auge il nome del “Capitolo della Cappella Palatina”.

Tra questi, il grande Mons. Filippo Pottino che negli anni del dopoguerra si battè per la conservazione e il restauro dei tesori d’arte di Palermo e provincia e per l’’eventuale esposizione al grande pubblico.