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Andare a Caccamo e non vedere “La Badia” sarebbe una grande perdita perché si tratta di un autentico, seppur piccolo, gioiello d’arte barocca. Di contenute dimensione, la chiesetta concentra al suo interno il meglio delle espressioni artistiche del periodo: dal pavimento in maiolica , opera attribuita al Gurrello, agli stucchi del Sanseverino, alla lavorazione in ferro battuto del matroneo, all’affresco della volta. Il pavimento, giunto a noi quale << Unico esemplare dell’artigianato siciliano>> nella lavorazione della maiolica per gli edifici religiosi , con il suo suseguirsi di scene tra festoni, motivi floreali, diademi, putti e volatili dalle piume, rende nel suo insieme l ‘idea di una ghirlanda fiorita posta sopra la zona delle Catacombe, in cui venivano deposte le suore dell’annesso monastero di clausura benedettino. I colori predominanti sono il verde, il giallo, il blu turchino ed azzurro.
Nella lunetta superiore dell’altare principale, a rappresentare la Cena di Emmaus, uno degli stucchi dalla tipica forza espressiva di Bartolomeo Sanseverino, allievo del grande Serpotta (XVIII sec.). Di particolare effetto la lavorazione in ferro battuto che chiude lo spazio del Matroneo. Notevole anche la volta raffigurante il trionfo di S. Bendetto, opera del pittore settecentesco F. Petrigna. Nel suo lavoro il soldato unisce pittura e scultura: oltre l’affresco è ben visibile “Il soldato” un calco in gesso raffigurante parte della gamba e della lancia; per tale motivo attraverso l’aula si crea l ‘effetto tridimensionale di vedere tale immagine quasi prendere vita staccandosi dal resto del dipinto ( testo di Giovanni Aglialoro)