Caccamo (PA) – Un piccolo borgo…dalla grande storia…TU a CACCAMO sarai al centro delle nostre attenzioni.

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  1. dalle 9,00 alle 12,00 la più antica TRADIZIONE “U SIGNURUZZU A CAVADDU” a cura della Parrocchia di San Giorgio Martire
  2. dalle 13,00 alle 14.30 GASTRONOMIA E SPECIALITA’ LOCALI con prodotti della natura al servizio delle mense della gente semplice
  3. dalle 15,00 alle 16,00 degustazione del tradizionale PANACéNA e tipicità siciliane
  4. dalle 16,30 alle 18,30 RIEVOCAZIONE STORICA ed INVESTITURA MEDIEVALE AL CASTELLO.
  5. dalle 19,00 alle 22,00 PASSIONE VIVENTE con oltre 100 figuranti.

 
 
 
 
 
 
 
 
PASSIONE VIVENTE
La sacra rappresentazione teatrale della passione di Cristo è l’evento che avrà luogo nel centro storico di Caccamo a partire dalle 19,00 con l’entrata di Gesù in Piazza Duomo assieme agli apostoli ed al seguito oltre 100 figuranti fino alla condanna a morte. Il corteo si snoderà attraverso i vicoli, le vie e le piazze del suggestivo borgo medievale a luci spente. La calda luce delle fiaccole creerà una idonea atmosfera lungo il percorso fino al Calvario.

 
 
 
 
U SIGNURUZZU A CAVADDU
E’ una cerimonia di origine orientale che vanta il titolo della più antica tradizione che si ripete la “domenica delle palme“ con bambini festanti con in mano ramoscelli d’ulivo che precedono l’ingresso in Paese di un chierichetto che rappresenta Gesù che cavalca un asinello bardato a festa ed infiorato. LUI è il più piccolo degli aspiranti “russuliddi” in abito talare ed accessori di colore rosso. Tutti quanti, accompagnati dal pubblico e dalla banda musicale più antica d’Italia – perché vanta 225 anni – si fermano in 5 chiese per raggiungere il piazzale antistante la Chiesa Madre dedicata a San Giorgio Martire, dove l’Arciprete accoglie solennemente “Gesù-chierichetto“ e poi, durante la celebrazione della messa, vengono benedette le palme.
 
RIEVOCAZIONE MEDIEVALE
Con l’intento di incentivare la conoscenza delle radici storiche, i principi racchiusi nella storia medievale e valorizzare le bellezze artistiche locali, un corteo in costume d’epoca raffigurante la famiglia “Chiaramonte” con dame ed armigeri teatralizzerà la visita al Castello coadiuvato da alcune coppie di bambini (dai 9 ad 11 anni). Tutti insieme rievocheranno: la “promessa di fede”, il “giuramento secondo l’antico codice”, “l’investitura con l’imposizione della spada” e quella a damigella con “l’apposizione della ciambella”.
 
 
E POICHE’ LA SICILIA E’ LA REGIONE PIU’ DESIDERATA DAI TURISTI PER LA “CUCINA”, CACCAMO VI PROPORRA’ LE ECCELLENZE TIPICHE DEL PERIODO:
“SASIZZA PASQUALORA“- E’ l’antipasto più gustoso (ma attenzione a non esagerare) prodotto con carne di maiale tritata con aggiunta di sale marino, pepe nero e bianco, peperoncino rosso e finocchietto selvatico. L’impasto viene insaccato e fatto stagionare per 16/20 giorni. Viene consumata a fettine perché ha un fragrante profumo e squisito sapore.
“ATTUPATEDDI CA FRITTEDDA“- Cioè a dire ditalini ovvero pasta fresca con un cocktail di verdure : fave, pisellini, carciofi, finocchietto selvatico, cipolla e pochissimo lardo. Le verdure vanno cotte a fuoco lento e senza acqua, né di olio. Questo condimento va distribuito sulla pasta con aggiunta di olio biologico, sale, pepe ed una spolverata di ricotta salata grattugiata.
“SASIZZA CHI QUALUZZI“- E’ un secondo molto gustoso costituito da “qualuzzi” verdura amara bollita e poi fatta soffriggere in padella con tocchi di salsiccia – anche sbriciolata – ed un po’ di aglio.
“TARALLO DI CARNEVALE” – E’ una ciambella della stessa fattura del bignè (col buco al centro), tagliata a metà e ripiena di crema di ricotta, cioccolato, zucchero e cannella.
“SFINCE” – Tra i dolci più semplici ci sono le “sfince“ una pasta “choux“ fritta nell’olio bollente e cosparsa di zucchero. Per i più esigenti : ripiena e coperta di crema di ricotta.
“PAN ACéNA” – Lavorato a mano con fior di farina, lievito naturale, semi di finocchietto selvatico e zucchero – dopo una lunga lievitazione – appena sfornato, questo “dolce/pane” ha una forma consistente costituita da 4 “pizzi” a seguito di un parziale taglio, a forma di croce, che viene praticato ancor prima della cottura.