Read English version
Torna la sagra della salsiccia
L’13 ottobre 2024 torna a Caccamo, in provincia di Palermo, la Sagra della Salsiccia.
Spettacoli, eventi, arte e cultura si mischieranno ai sapori e alle tradizioni del borgo medievale.
Artigiani e commercianti daranno il benvenuto nella splendida cornice storica del bellissimo borgo
La manifestazione è anche l’occasione per scoprire il bellissimo entroterra collinare ed il delizioso “borgo Medioevale di Caccamo”.
Un invito a cogliere lo spunto per rendere interessante il soggiorno nella “urbs generosissima” coniugando folklore, beni culturali, natura, gastronomia, tradizioni e medioevo
Da non perdere
- Il Castello Medievale
- La Chiesa di San Benedetto e il pavimento maiolicato
- Piazza Duomo e Chiesa madre
Chi si interessa di arte ed architettura sacra troverà tantissimo all’interno del Duomo di origine normanna dedicato a San Giorgio Martire, che custodisce straordinari tesori quali opere di pittori fiamminghi, un dipinto del XV secolo di Guglielmo da Pesaro, un complesso marmoreo di Francesco Laurana, il fonte battesimale della scuola del Gagini, la raccolta di arredi ed oggetti sacri e tantissime altre meraviglie.
- Chiesa della SS. Annunziata
- Chiesa di San Domenico e Beato Giovanni Liccio
- Lago e diga Rosamarina
Caccamo in tavola
Fanno parte della tradizione gastronomica caccamese anche: pane “cunsatu”, tuma – primosale – pecorino e caprino, salsiccia “pasqualora”, “frittedda”, “maccu”, “sasizza chi qualuzzi”, “nirvia ‘ncasciata”, insalata di arance e cedri, taralli di carnevale, “panacèna” e buccellato.
“Panacèna” Si tratta di un pane-dolce confezionato e lavorato a mano con fiore di farina e lievito naturale addolcito con zucchero e semi di finocchio (anice). Dopo una lievitazione di 24 ore assume una forma gradevole perchè costituita da 4 “pizzi” a seguito di un taglio, a forma di croce, che viene praticato prima di essere infornato.
Un’altra specialità è la “salsiccia pasqualora” che viene prodotta con carne di suino, esclusivamente locale, tagliata a punta di coltello, con aggiunta di sale marino, pepe nero e bianco macinati, peperoncino rosso e semi di finocchietto selvatico. Fatta stagionare da 16 a 20 giorni oggi viene usata come antipasto per la squisitezza del sapore ed il fragrante profumo.
La pasta fresca “ca frittedda”, un cocktail di verdure primaverili : pisellini, favette, carciofi a fettine, finocchietti selvatici, e dei pezzetti di lardo. Si fanno cuocere – senza aggiunta d’acqua – con un po’ d’olio extravergine d’oliva, sale e pepe nero. La pietanza, molto profumata, viene utilizzata come condimento della pasta fresca che prevede anche una spolverata di ricotta salata grattugiata.