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Costruita attorno al 1740, la Villa Rammacca è studiata in funzione della conformazione orografica del terreno. Nel casino ad un piano, la prospettiva della fuga delle sale termina con la vista sui due golfi dell’Aspra e del Porticello. L’ampia terrazza frontale spazia verso la conca di Bagheria. La preminenza dell’interesse panoramico, in questo caso, rovescia la rigidità della consueta gerarchia architettonica. I corpi bassi sono relegati sul retro dell’edificio; il proprietario preferisce, ormai, l’abbraccio con la natura, all’orgoglio feudale delle dipendenze servili schierate ai suoi piedi. Ad essa si accede attraverso un lungo viale che attraversa un giardino ricco di piante esotiche. Di estrema semplicità nelle linee architettoniche, il palazzo presenta sul fronte della corte un’ampia terrazza, tutta ammattonata con maiolica colorata, e con balaustra in pietra di tufo d’Aspra, che domina tutta Bagheria. L’ingresso principale è sormontato da un fastigio ben realizzato, sorretto da una cornice e rappresentato da due volte con statue che racchiudono lo stemma della famiglia Gravina di Rammacca (uno dei quattro rami in cui si diramano i Gravina.
Un grande salone funge da disimpegno delle sale del piano terra. Purtroppo, lo stato di abbandono in cui la villa si è trovata per un certo tempo non permette di avere la giusta visione della magnificenza di una volta. Sul retro dell’edificio, collocati a semicerchio in una piccola corte, possiamo trovare una chiesa, le stalle e gli alloggi per i domestici.
Oggi la villa è proprietà privata e viene affittata per ricevimenti.