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L’archivio storico comunale sito all’interno del preesistente convento di San Niccolò da Tolentino è nato dall’esigenza di conservare e raccogliere in un unico luogo tutta la documentazione prodotta dal Comune di Palermo. Esso, all’interno, si articola in diverse sale progettate dall’Arch. Damiani Almeyda. La prima sala facente parte del vecchio convento che è stata adattata a deposito di documenti d’archivio fu quella dei “lucernali”. Seguì, nel 1870, la sistemazione della sala rettangolare che era stato il refettorio del convento ed oggi viene chiamata “Sala Pollaci Nuccio” in onore di colui che ne fu il primo direttore. La sala Damiani Almeyda è stata inaugurata nel 1883, nonostante le grandi difficolta incontrate durante la costruzione. Il terreno era ghiaioso e “incomprensibile” per l’Almeyda che non comprendeva come mai in quel luogo era sorta la Sinagoga ebraica. I lavori del complesso continueranno sino al 1885 e sono stati restaurati di recente. L’Archivio storico comunale sorge quindi nello stesso spazio urbano del vecchio “quartiere ebraico”, proprio all’interno della “guzzetta” e quasi di fronte al Palazzo Comitini sede della Provincia Regionale di Palermo. Nell’archivio storico sono conservati gli atti del Senato della città, i bandi e le relazioni del cerimoniale, dei consigli civici e il Tabulario. Esso è formato da pergamene e atti relativi ai privilegi emessi dalla Cancelleria Regia a favore della città di Palermo tra il 1334 e il 1883. Nel 1866 durante la rivolta del “sette e mezzo” , tali privilegi, furono dati alle fiamme sulla pubblica piazza, davanti al Municipio. Una settantina di pergamene si salvarono e furono consegnati all’Archivio storico nel 1868, dove attualmente si conservano.