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388° Festino di Santa Rosalia, Patrona della Città di Palermo. “U fistìnu” 13 – 15 luglio 2012. Tradizionale Corteo storico, in un mix di folklore e religione che trova il suo culmine nei tradizionali fuochi dartificio. Autentico scrigno di tradizioni, il “Festino di Santa Rosalia”, Patrona di Palermo è un evento che attira in città decine di migliaia di turisti. Esso celebra la liberazione della città dalla peste del 1624, in seguito al ritrovamento delle reliquie della Santuzza sul Monte Pellegrino. Il primo festino fu voluto dal cardinale Giannettino Doria nel 1625, nel corso dei secoli la festa ha saputo rinnovarsi mantenendo però inalterato tutto il suo fascino e la sua tradizione. La notte tra il 14 e il 15 luglio migliaia di palermitani accompagnano lungo corso Vittorio Emanuele, fino al Cassaro, la lunga marcia del “Carro della Santuzza”. Un mix di folklore e religione che trova il suo culmine nei tradizionali fuochi dartificio che illuminano a giorno il foro Umberto I fino alla Cala.
Le tradizioni culinarie. Durante le celebrazioni si consumano pietanze che fanno parte della tradizione popolare palermitana: la Pasta con le sarde (la pasta chî sardi), i babbaluci (lumache bollite con aglio e prezzemolo), lo sfincione ( ‘u sfinciuni), il polpo bollito ( ‘u purpu), Calia e simenza ( ‘u scacciu), la pannocchia bollita (pullanca) e l’Anguria (detto ‘u muluni).
Santa Rosalia o Rosalia Sinibaldi (1130-1156), secondo la tradizione, appartenne alla nobile famiglia dei Sinibaldi e fu vergine palermitana del XII secolo, figlia di Sinibaldo, signore di Quisquina e di Rose in provincia d’Agrigento, allora Girgenti. Visse alla corte di re Ruggero prima di ritirarsi come Eremita in una grotta sul Monte Pellegrino, dove morì. Nel 1624 salvò la città dalla peste e ne divenne la patrona, spodestando santa Cristina, santa Oliva, santa Ninfa e sant’Agata. Secondo la leggenda apparve infatti in sogno ad un cacciatore indicandogli dove avrebbe potuto trovare i suoi resti, che portati in processione in città fermarono l’epidemia. Il culto della santa è tuttavia attestato da documenti a partire dal 1196 ed era diffuso già nel XIII secolo. E la festa che come scrive il Villabianca il popolo considera appannaggio tutto suo: tempo/spazio sacro del suo parlare con la Santa.
U Fistinu, che inizia il 10 di luglio e si protrae per cinque giorni, ha subito delle evoluzioni nel corso dei secoli, oggi i primi tre giorni della festa sono un prepararsi al grande Corteo del giorno 14 che precede la sfilata del Carro trionfale e che si conclude alla marina con il celebre spettacolo dei giochi di artificio. Il festino termina giorno 15 con la solenne processione delle reliquie della Santa tra due ali di folla. In S. Rosalia e nella sua festa i Palermitani trovano una ragione ed una occasione di identità collettiva ben sintetizzato nel grido Viva Palermo e S. Rosalia”.